CARO AMICO, NONOSTANTE TUTTO SONO 10 (DIECI) ANNI!
Quel sabato pomeriggio di primavera inoltrata, la temperatura ormai estiva, me ne stavo seduto sotto la quercia fuori dall’ufficio, sull’erba tagliata di fresco, il cui profumo mi piace, credo appartenga a quei ricordi indelebili dall’infanzia. Amo stare a contatto della terra, un conoscente mi disse che più si invecchia e più si sente il suo richiamo.
Rileggevo le tue bozze, caro amico mio, ché il lunedì era prevista la stampa del n° 40 (Quaranta!). Un traguardo poco immaginabile, perché ricordo con quanta apprensione abbiamo intrapreso questo percorso. Sei cresciuto, sei divenuto un baldo giovinetto, apprezzato e stimato, sono trascorsi 10 (Dieci!) anni dall’uscita del tuo primo numero.
Ci siamo affacciati in punta di piedi, timorosi, nel mondo delle edizioni periodiche, ma con due idee precise: dare voce a chi non trova spazio altrove e poi diffonderla, in forma gratuita a chiunque la desideri. Per alcuni si trattava di un viaggio utopico alla ricerca della pentola d’oro dove finisce l’arcobaleno. Attualmente sono molti che ti apprezzano, esistono persino i fan dell’uno o dell’altro autore che a ogni uscita si premurano di farci pervenire il loro plauso. Un assiduo lettore ha sentenziato che sei un “contenitore di cultura” e che ne fai un’intrigante semina. Il n° 40 è una ricorrenza importante, sperata solo nei più ottimistici e nascosti pensieri e quindi non puoi sottrarti alle manifestazioni di stima e ammirazione che, se ci pensi bene, valgono molto di sti tempi. Stiamo vivendo anni difficili, c’è chi li legge come apocalittici: pandemia mai finita, altri virus già ai blocchi di partenza, crisi finanziarie mai superate, costi alle stelle che fingono di scendere e poi risalgono, bilanci familiari in affanno, aziende alle prese con la scarsità di materiali da lavorare, la sanità pubblica con carenza di medici e medicine, metà pianeta in secca o devastato dal fuoco e metà sott’acqua, migrazioni bibliche, guerre un po’ ovunque, se ne contano circa 150, una anche sull’uscio di casa… non è facile trovare il bandolo e ancor meno l’ottimismo. Riconosco di aver attraversato un momento di sconforto che aveva portato a mettere in dubbio la tua sopravvivenza. Un tarlo che rodeva ogni entusiasmo e faceva apparire inutile ogni tentativo di proporre un percorso nuovo, fiorito dalla parola cultura.
Testardo più del tarlo, tu, caro amico mio, hai saputo motivarmi attraverso quello stesso amore che aveva reso possibile la tua nascita dieci anni fa. Amore? Sì, è la chiave di volta senza la quale nulla si regge. Il nostro è un cammino che dieci anni fa abbiamo iniziato insieme, con la piacevole sensazione dell’innamoramento e che ora, “nonostante tutto”, mi hai fatto capire che è troppo bello per interromperlo.
Per iniziare un’impresa è necessaria una dose di audacia e una vena di follia. Siamo partiti confidando nella validità delle idee e con la speranza di essere accettati. La costanza ci ha premiato facendoci incontrare, già nelle prime fasi, alcuni compagni a cui piacque l’idea e decisero di aggregarsi. Non eravamo più soli e ricordo bene quel giorno d’autunno, il 24-9-2013, quando ti diedi la notizia: “È ufficiale! Sei iscritto come rivista periodica, trimestrale, con il n° 9, un numero profetico".
La comprensione reciproca, come avviene tra amici, non ha sempre bisogno del suono delle parole e capii la tua preoccupazione: «E ora?». Ora? Beh! Ora si fa sul serio, è vietato sbagliare! E così è stato.
Nuovi amici si sono uniti: la scalata è stata graduale e non accenna a fermarsi, lo dimostrano le richieste di partecipazione e le numerose attestazioni di apprezzamento per gli autori dei testi, delle illustrazioni e delle fotografie.
I nostri lettori on-line sono migliaia e, cosa davvero inaspettata, moltissimi sono oltre i confini regionali e persino nazionali.
È doveroso essere riconoscenti verso gli amici che riempiendo di parole le tue pagine ti consentono un ruolo di supporto. Una funzione fondamentale perché le parole scritte sono pietre inamovibili.
Un sincero grazie a tutti coloro che collaborano in qualsiasi forma e in particolare ai tanti lettori.
Buona ricorrenza, con tanto affetto caro amico, non più solo mio!
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