Psicologia del BenEssere di Sara Grassi
Anestetizzati dalla routine della quotidianità, a volte perdiamo di vista il senso della nostra vita e ci lasciamo trascinare dagli eventi e dal tempo che passa. Da questa modalità di sopravvivenza emergono vissuti spiacevoli come il senso di insoddisfazione diffuso, l’irritazione, l’apatia, la svogliatezza… e si guarda chi ha una vita piena con frustrazione, invidia e senso di impotenza, sentimenti deleteri per la propria e altrui serenità mentale.
Come uscire da questa vischiosa palude? Allenando la forza di volontà, la spinta motivazionale al raggiungimento dei nostri obiettivi e desideri.
“Da un minuscolo germoglio cresce un albero con molte fronde. Ogni fortezza si erige con la posa della prima pietra. Ogni viaggio comincia con un piccolo passo.” Lao Tzu
Ogni grande cambiamento inizia dalla visione di un obiettivo. La volontà segue soprattutto la nostra voce interiore. Obiettivi esterni hanno poca presa, un desiderio che parte da dentro invece ha una forza propulsiva enorme che aiuta a mantenere la costante determinazione che permette di raggiungere obiettivi anche ambiziosi. Un esempio eclatante è l’Uomo della Foresta che in India iniziò a seminare alberi in una zona diventata sterile e desertica. Seguì la sua visione a discapito di chi lo scoraggiava e nonostante nessuno lo appoggiasse nella sua impresa, con pazienza e determinazione, nel giro di una decina d’anni creò una grande foresta rigogliosa in cui trovano rifugio anche tigri ed elefanti.
Ogni grande impresa richiede impegno e dedizione. Danzare con grazia, imparare a suonare uno strumento musicale, prendere la laurea, crescere un figlio, costruire una casa, intraprendere un’attività lavorativa, sono tutti obiettivi che richiedono un investimento di forze, risorse, dedizione che si dilata nel tempo. Questo impegno prolungato viene mantenuto con stabile determinazione se la visione d’insieme rimane chiara e più forte delle inevitabili difficoltà che si incontrano lungo il cammino. Lo studio delle biografie di chi è riuscito a raggiungere risultati eccellenti, ci dimostra che tutti hanno dovuto sopportare e superare diverse difficoltà, ma a differenza degli altri non hanno mollato la presa, hanno resistito.
Thomas Edison ad esempio, nella sua visione voleva portare in ogni casa la luce della lampadina. Gli ci vollero ben 2.000 tentativi per trovare il filamento di tungsteno giusto e quando un giornalista gli chiese come si fosse sentito dopo tutti questi fallimenti lui rispose: “Fallimenti? Quali fallimenti? Io allora avevo semplicemente scoperto 1.999 modi diversi per non inventare la lampadina! Non mi scoraggio perché ogni tentativo sbagliato e scartato è un altro passo avanti. I tre elementi essenziali per ottenere qualsiasi cosa valga la pena avere sono: duro lavoro, persistenza e buonsenso!
Secondo la visione di Edison il fallimento quindi non è una sconfitta, ma un passaggio necessario per arrivare al successo dell’impresa, per temprare la volontà di arrivarci, per migliorarsi e imparare dai propri errori. Chi ha paura di fallire non si muove, chi mette in preventivo di sbagliare, è pronto a trovare il modo di rialzarsi in piedi e ripartire, magari chiedendo una mano a chi è sullo stesso cammino all’altro capo del mondo. Come il nostro Arturo Malignani che con le sue geniali scoperte perfezionò la lampadina di Edison aumentandone la durata, la resistenza e la diffusione, grazie al quale Udine fu tra le prime città illuminate dall’elettricità insieme a New York, Londra e Milano. L’impresa è possibile nella collaborazione e nella condivisione, nell’unione costruttiva delle menti, dei cuori e degli intenti si può creare ciò che prima sembrava impossibile.